- 24 maggio 2009
- Cronaca
NOVI LIGURE Una brutta storia, che sembra uscita dagli anni settanta. Quando, bastava un particolare taglio di capelli e rischiavi di rimetterci l’osso del collo. Peccato che, a trent’anni di distanza, lo stesso sia successo a Max Ferrari, segretario del Fronte Lombardia Autonoma, e al suo compagno di partito Alessandro Verga, residente nel comasco, a San Fermo della Battaglia. Erano appena usciti, nella serata di venerdì, dalla sede del Pdl di Novi Ligure, dove Ferrari aveva tenuto un comizio per le europee. Ferrari è infatti candidato nella lista di partiti minori tra cui la Destra, l’Mpa e la Dc, che a Novi Ligure, alle comunali, sono alleati al Pdl. Questo per contestualizzare la presenza del malnatese nel paese piemontese. Quello che è accaduto dopo, verso le 23.40, quando lui insieme a Verga è uscito dalla sede di via Girardengo, è un giallo. Di certo ci sono solo le botte che i due hanno ricevuto da una coppia di energumeni, che li hanno bloccati nel parcheggio.
Eravamo appena saliti in auto, quando un’altra auto ci ha tagliato la strada, costringendoci a rimenare fermi – racconta Ferrari – non abbiamo avuto nemmeno il tempo di capire cosa stava succedendo che questi due bestioni sono scesi dall’auto e ci hanno aggrediti». Per prima cosa hanno iniziato a prendere a pugni e calci la macchina dove si trovavano i due esponenti del Fronte. Ma non si sono limitati a queste intimidazioni a distanza. Il primo con cui se la sono presa è stato Verga, trascinato per primo fuori dall’auto. Il malcapitato non è stato aggredito solo a pugni, ma è stato anche colpito con una pietra di porfido in testa.
«La piazza vicina era in rifacimento – dice Ferrari – per cui uno dei due ha raccolto un sampietrino ed ha iniziato a pestarlo in testa al mio amico. Io mi sono difeso come meglio potevo contro l’altro, ma con scarso successo. il fatto che fossero in due, che ci hanno bloccato appena usciti e che erano di taglia decisamente grossa fa pensare ad un agguato premeditato». E le circostanze sono abbastanza sospette. O i due sono stati sfortunati, o era una cosa premeditata. Ma il dubbio viene tolto dalle grida ingiuriose che i due aggressori hanno lanciato alle vittime: “Politici di merda, fate tutti schifo”.
Verga in particolare è rimasto ferito alla testa e al torace. In ogni caso, non dovrebbe essere grave: i risultati delle radiografie arriveranno lunedì ma non si temono complicazioni. Ferrari ammette che la campagna elettorale non si è mai svolta in un clima sereno, nemmeno prima di questo assurdo episodio. «Avevo già ricevuto delle minacce – racconta – sicuramente però questi due tizi non li ho mai visti né conosciti». Dall’identificazione dei Carabinieri è venuto fuori che sono residenti in paesi del circondario, sono italiani e uno dei due parla sicuramente con un accento nordico. «Non voglio lanciare accuse contro nessuna forza politica – commenta Ferrari – lascio fare il proprio compito alla giustizia». L’aggressione è durata quasi mezzora. «Mentre mi riparavo dai colpi sono riuscito a chiamare il 113 – dice – ma la Polizia non è intervenuta, così ho dovuto rivolgermi ai Carabinieri, che sono subito accorsi con due pattuglie». I due sono stati identificati e subito rilasciati.
Marco Tavazzi
«La piazza vicina era in rifacimento – dice Ferrari – per cui uno dei due ha raccolto un sampietrino ed ha iniziato a pestarlo in testa al mio amico. Io mi sono difeso come meglio potevo contro l’altro, ma con scarso successo. il fatto che fossero in due, che ci hanno bloccato appena usciti e che erano di taglia decisamente grossa fa pensare ad un agguato premeditato». E le circostanze sono abbastanza sospette. O i due sono stati sfortunati, o era una cosa premeditata. Ma il dubbio viene tolto dalle grida ingiuriose che i due aggressori hanno lanciato alle vittime: “Politici di merda, fate tutti schifo”.
Verga in particolare è rimasto ferito alla testa e al torace. In ogni caso, non dovrebbe essere grave: i risultati delle radiografie arriveranno lunedì ma non si temono complicazioni. Ferrari ammette che la campagna elettorale non si è mai svolta in un clima sereno, nemmeno prima di questo assurdo episodio. «Avevo già ricevuto delle minacce – racconta – sicuramente però questi due tizi non li ho mai visti né conosciti». Dall’identificazione dei Carabinieri è venuto fuori che sono residenti in paesi del circondario, sono italiani e uno dei due parla sicuramente con un accento nordico. «Non voglio lanciare accuse contro nessuna forza politica – commenta Ferrari – lascio fare il proprio compito alla giustizia». L’aggressione è durata quasi mezzora. «Mentre mi riparavo dai colpi sono riuscito a chiamare il 113 – dice – ma la Polizia non è intervenuta, così ho dovuto rivolgermi ai Carabinieri, che sono subito accorsi con due pattuglie». I due sono stati identificati e subito rilasciati.
Marco Tavazzi
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